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sulla eloquenza del foro penale 79

Studi di Roscio. Pe’ fiorenti colli
     Di Tuscolo vagando iva solingo,
     E ne la pace degl’irrigui clivi
     Le splendide temprava auree saette,355
     Ch’ei lanceria su Roma. Allor gran parte
     Fu l’Eloquenza fra’ dïurni studi
     De la patrizia gioventù, pugnante
     Nella curia e nel campo: anch’essa un tempo,
     Come la greca, errò discinta e rude,360
     E i suoi giorni di gloria ebbe, e le sue
     Cadute, e i suoi risorgimenti; e come
     Dai sofistici filtri avvelenata
     Peria la greca, così fiacca e rotta
     Ne l’amplesso de’ Retori lascivi365
     La facondia latina immiseria:
     Fin che, travolta dall’Unnico mare,
     Che dilagò l’Esperia, in mezzo agli urli
     De’ barbari traenti a le vendette,
     Mandò spregiata il gemito supremo.370

IX


Cupa ai soli di Roma era successa
     Notte di ferro, e interminabil selva
     Sconsolata dal verno era l’Occaso.
     Su le rovine del sovverso Impero
     Salian moli turrite, onde sdegnando375
     Torser le generose aquile il volo;
     Però che truce dagli aerei merli