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sulla eloquenza del foro penale | 73 |
Suo maturo consiglio. Egli i falliti
Primi trionfi (onde cotant’ingegni
Mancan, per sempre!...) e gli organi vocali,
Mal concedenti al facile governo
De la parola, ei vinse, ei pertinace195
Idolatra de l’arte; e scoscendendo
Urlante ai venti le Mopsopie balze,
I suoi fianchi allenia. Correa soventi
Lungo la procellosa onda del mare,
E d’iterati gridi iva lottando200
Col tonante ocean. Fra l’odorate
Veglie d’Aspasia Socrate apparia
Frequente alunno, e da un purpureo labbro
Sorridendo apprendea le leggi arcane
De la facondia, onde riesca il vero205
Più amabile!...
IV
Così quegl’immortali
Sentian de l’arte; di cotanto affetto
La proseguìr! Fra noi, miseramente
Fastiditi di tutto e sol corrivi
A disertar d’ogni ultima dolcezza210
Questa pallida vita, ove più fieri
Conflagrano gli affanni, indi rimota
Ogni provvida vuolsi onda soave
Che da l’arte derivi: e, come or poco
Squallido fosse il foro, avvi chi tenta215
Le poche rose inaridir, che pure,