I suoi riposti ammonimenti aprisse.
Ossequïoso il popolo traeva,
Come a pubblica festa, in sull’arena
De’ banditi Comizi: e la fanciulla
Atenïese con intenti sguardi135
Parea seguisse i fulmini cadenti
Da la tribuna: i rapidi risalti
Del colmo sen, le immote labbra schiuse
In lieve arco di porpora, e le nari
Irrigidite di gentil fierezza140
Rivelavan l’ardor de la rapita
Ascoltatrice; e, se parola alcuna
Mal redolente d’Attica fragranza
La venisse a ferir, le balenava
In un vezzoso corrugar di ciglia145
L’ira segreta. Oh begli anni di Atene!
Oh perchè, Federico, oh perchè mai
Chi bruscamente il limitar del foro
A le Grazie contende, a quei felici
Anni un guardo non dà? Se la moderna150
Ricrescenza del senno e la superba
Virilità de’ tempi indi ogni vezzo
Volgono in fuga, ove ragion si accampi
Rigida e sola, or non ha forse il Vero
Le sue splendide forme? E forse il sole,155
Perchè tante propaga onde di luce,
Men bello pe’ celesti archi vïaggia?
E i deserti e le rupi e i nembi or forse
Non hanno anch’essi una beltà natia,
Parte di quella, onde al creato arrise160