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pensieri poetici, ec. 67

La menzogna e l’error; comminatrice
     Di quadrilustre affanno, omai sfrenate20
     Le vindici saette avea l’accusa.
     Ma come franca progredia la tua
     Voce possente, resolute in giro
     Ivan quell’ombre riperdendo il campo:
     Per che, rorida ancor d’immeritato25
     Pianto ed effusa di pudica gioia,
     Trïonfatrice l’innocenza apparve.
     Così quando l’acuta aura serena,
     Che vola innanzi al dì, per l’eleganti
     Ville i vapori della notte investe,30
     Splendida e bella d’immutabil riso
     Marmorea Ninfa da le nebbie emerge
     Sul suo candido stallo, e rugiadosa
     Vagamente balena incontro al sole,
     Che d’un roseo pudor tempra le nevi35
     De le nitide forme. Un prolungato
     Plauso trascorse le propinque sale,
     Precessor de la gioia, onde rifulse
     La magion di colui che non indarno
     Confidò nel tuo senno. Oh non per anni,40
     Nè per eventi obblïerò quell’ora,
     Che te, fervido ancor de la durata
     Tenzon, contenni fra le braccia, e ardenti
     Baci al tuo labbro aggiunsi, ove peranche
     Quasi in arpa che cessi, ivano gli echi45
     De la vittrice concïon fremendo.
     Nè valse il suon de la benigna lode,
     Di che degnavi confortar fra gli estri