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60 le due madri


Guarda, carina, e non ti manchi il piede,
     Nè riversa trabocchi in su la strada,
     Chè ti pareggia il peso, anzi ti eccede!— »

Ma pur segue la vispa, e non le bada,70
     E come altera del fraterno pianto,
     Studia il passo infantil per la contrada.

E «-Mamma, il posso!-» va dicendo, e intanto
     Del cavretto reclina in su la neve
     La boccuccia di perle e d’amaranto.75

«— 0 mamma, il posso il poveretto! E leve,
     Guarda, m’è sì, che il recherei com’ora
     Fin oltre il gelso de la nostra pieve!

E m’ama tanto il meschinello, e ognora
     A la mia fetta bruca, e le manine80
     Mi lecca, e i baci mi ricambia ancora!

M’hanno invidia i fanciulli e le piccine
     Quando al roseo chiaror del dì novello
     Teco innanzi mel guido a le colline!

E ch’io dunque mel rechi il meschinello,85
     E la non son poi bimba, e già sèm presso
     Al casolare, e il campanile è quello! — »

Se non che punta ne l’istante istesso
     D’una spina, ristette, e mise un grido,
     E giù venne il suo bianco; ella con esso!90