che in perpetuo signor dato mi sei.
Altri gentili inganni
soleami il vero aspetto 125piú sempre infievolir. Quanto piú torno
a riveder colei
della qual teco ragionando io vivo,
cresce quel gran diletto,
cresce quel gran delirio, ond’io respiro. 130Angelica beltade!
Parmi ogni piú bel volto, ovunque io miro,
quasi una finta imago
il tuo volto imitar. Tu sola fonte
d’ogni altra leggiadria, 135sola vera beltá parmi che sia.
Da che ti vidi pria,
di qual mia seria cura ultimo obbietto
non fosti tu? quanto del giorno è scorso,
ch’io di te non pensassi? ai sogni miei 140la tua sovrana imago
quante volte mancò? Bella qual sogno,
angelica sembianza,
nella terrena stanza,
nell’alte vie dell’universo intero, 145che chiedo io mai, che spero
altro che gli occhi tuoi veder piú vago?
altro piú dolce aver che il tuo pensiero?