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140 scelta di poesie filosofiche


gli uomini carcerarsi ancora. Onde i venti e gli angeli non possono da noi essere carcerati. Talché non deve temersi il morire, ma stimarsi fine di prigionia e di morte, ecc.

madrigale 3

Dentro il gran spazio, in cui lo mondo siede
tutto consperso di serena luce,
che ’l sommo Ente produce,
e di vive magion lucenti adorno,
dove han gli spirti repubblica e duce,
in libertá felice; sol si vede
nera la nostra sede.
Dunque de’ regni bianchi, ch’ella ha intorno,
fu a’ peccatori esilio e rio soggiorno.

Il mondo è tutto luminoso, e tutte le stelle in lui lucono, e sono stanze di angeli o di loro repubblica; e fra queste stelle solo la terra si vede in mezzo nera. Dunque questa terra è il carcere dei demòni e dell’anime; e non fu fatta da Dio lucente per tal fine.

madrigale 4

Il centro preme in sempiterna morte
sotto ogni pondo i piú rubbelli; e ’l giro
or letizia, or martiro,
or tenebra ed or lume al mondo apporta,
che i propri dal comun carcer sortîro;
né, quindi uscendo, in nulla son corrotte.
Ma chi scende alle grotte,
tornar non può, perché ivi al doppio è morta;
e chi va in alto, al carcer odio porta.

I demòni stanno nel centro, l’anime nella circonferenza tra il bene e ’l male, dove hanno sortito il carcere proprio, dalla terra pigliando il corpo suo, la quale è carcere comune; e però, morendo l’uomo, l’anime non muoiono. E, se bene non tornano a