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nota 427

o quasi nulla è avanzato alle indegne implacabili persecuzioni ed all’opera edace del tempo. È vero che tra il 1599 ed il 1605, per la rigorosissima vigilanza da cui era circondato, egli si trovò nell’impossibilitá di mettere penna in carta; ma è pur vero ch’è insostenibile che uno de’ piú fecondi e mirabili poligrafi secenteschi non abbia avuto nessun commercio epistolare avanti il 1591 e durante il 1594, il 1610, il 1612-13, il 1615, il 1619. il 1623, il 1625, ed abbia cosí poco sentito il bisogno di corrispondere co’ suoi mille conoscenti dal 1591 al 1593, nel 1595, dopo il 1608, nel 1614, dal 1616 al 1622 e dal 1626 al 1631, e nel 1637. A malgrado di tutto ciò, non difetta materia per formare non un mediocre volume, ma una raccolta ricca di scritture ampie ed interessanti, della cui storia bibliografica mi occuperò ora con brevitá ed esattezza, avvertendo che rimanderò sempre il lettore alla mia edizione, usando il numero con cui ho distinto le singole lettere, e quando occorre, aggiungerò in parentesi la paginatura de’ manoscritti e delle stampe anteriori.


I codici napolitani sono tra quelli di piú conto: il 40. 170. — vecchia collocazione XV. VIII. — della Biblioteca della congregazione dell’Oratorio, l’XI. AA. 32. ed il XIII. D. 81. della Vittorio Emanuele III. Nel 40. 170., dopo un trattato in greco di Teodoro Ermopolita, s’incontrano le copie, e non, come affermò Michele Baldacchini, gli autografi1, d’uno de’ memoriali a Paolo V (ff. 25-9) e della lettera al principe Cesi: XXXII e XLI. L’XI. AA. 32., oltre a due documenti di calvinisti che il Campanella convertí al cattolicismo, contiene sei lettere, nella maggior parte autografe, a monsignor Francesco Ingoli, XCIII-XCV, XCVII, CXV, CXVI; deriva — a me pare di poterlo dedurre dalla vecchia numerazione d’una sola mano ma scontinua (ff. 366, 361, 373, 72, 78, 39) — da un medesimo volume miscellaneo manoscritto; e fu legato alla ex Nazionale dall’Amabile che il 17 settembre 1882 lo acquistò a Roma per sessanta lire dalla nipote del canonico don Giambattista Baldelli, al quale il 25 luglio 1875 era stato donato dal comm. Gaetano Marchetti, giá impiegato pontificio. In fine, il XIII. D. 81.,

  1. Vita e filosofía di Tommaso Campanella, Napoli, all’insegna di Aldo Manuzio, 1843, p. 189. La prima edizione è del 1840 e la terza del 1847. Per citarle mi limiterò a ricordarne il titolo abbreviato con l’esponente 1, 2 o 3.