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426 | t. campanella |
Urbano VIII] scrivo, e non ha le mie lettere»; il 15 dicembre, al cardinale Trexo: «scripsi luculentam epistolam, ... habet Cyprianus Martines ...; poteris accersire et extorquere ab eo»; il 6 gennaio 1629, a Marco Aurelio Severino: «al signor Mario Sciupano ho risposto, mi maraviglio che allora dice che non l’ha ricevuta»; il 1° maggio 1632, di nuovo a Galileo: «quanto insinuai a Vostra Signoria fin da principio che trattasse questo suo sistema in dialogo», ed il 5 agosto: «è riuscito secondo io desiderai, quando le scrissi da Napoli che mettesse questa dottrina in dialogo per assicurarci da tutti»; il 23 maggio 1634, al cardinale Antonio Barberini: «la riprego, come altre volte, priusquam interroges non iudices quenquam»; il 16 novembre, al Peiresc: «scrivo a Roma agli amici ed all’eccellentissimo ambasciatore che si la [la Metafisica] faccia rendere a forza o a bona voglia»; l’11 dicembre, al medesimo: «scrissi a Roma il tutto»; il 15 aprile 1635, al medesimo: «io scrissi una cartella allora al signor Gastines e Lamberti dentro quella di Vostra Signoria, e quella di Vostra Signoria era intra un’altra del signor Roberto Galilei; e lui mi scrive che non l’ha ricevuta»; il 3 maggio, al medesimo: i dottori della Sorbona «per lor cortesia mi ringrazierò ch’io l’avessi stimati tanto che l’anno 1625 ebbero da me una lettera dove sottoponevo a lor censura tutti li libri miei e li pregavo pigliassero fastidio di correggerli; ed ho pur la risposta di tutta l’academia assai cortese»; il 3 ottobre 1636, al medesimo: «je suis surpris que vous ne m’ayez pas encore fait la gráce et le plaisir de me dire votre opinion sur le livre De sensu rerum que je vous ai envoyé, ainsi que sur certaines choses dont je vous ai parlé»; ed il 4 marzo 1639, al cardinale padrone: «manderei anche la copia dell’epistola che mandai alla regina d’Inghilterra»1.
Per tornare al Peiresc, l’autore del Dictionnaire des pièces autographes volées aux bíbliothèques publiques de la France attesta che gli furono spedite altre due lettere il 24 febbraio ed il 19 giugno 16362. Comunque sia, non sarebbe difficile continuare ancora l’elenco delle perdute o smarrite, accrescendo cosí la quantitá della roba che manca, in ispecie in alcuni anni in cui nulla