Pagina:Camerini - Donne illustri, 1870.djvu/79


Isabella Andreini. 71


Cangiami questa forma,
E ’n quel fior mi trasforma:
Onde la man che m’ha l’alma ferita
Mi svelga ancor la vita.


Se ne togli il quinto verso, ch’è inutile, si può dire perfetto. Qui poi si vede che non solo in teatro facea le parti da uomo, ma anche ne’ versi, per rendere credibile la protesta che abbiamo citata — che non facesse davvero.

Ecco alcune strofe d’uno scherzo:

Con quai giri lascivetti
Oggi alletti,
Zeffiretto, la mia Clori?
Del suo bel ti vai pascendo,
Ahi! fingendo
Rasciugarle i bei sudori.
Tu scherzando or fuggi or riedi;
Or ti siedi
Lievemente in quel bel petto;
Or increspi i capei biondi,
Or t’ascondi
Entro ’l labbro amorosetto.
Con quant’arte l’aure molci,
Come dolci
Movi e freschi i tuoi sospiri,
Come intanto lusingando
Vai predando
Quell’odor che grato spiri.
Non però le rose e i gigli,