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Beatrice Lascari. 175}


Filippo, giovine com’era, si recò presto a noia la moglie, d’età già bene matura, e voltò l’appetito ad una damigella di lei, ad Agnese del Majno, fanciulla bellissima e nobilissima.

Oltre l’età, gli pesavano i beneficii avuti da Beatrice; e gli scellerati cortigiani con accorte calunnie gli adonestavano la sua crescente avversione. Finalmente la accusarono di colpevole corrispondenza con Michele Orombello dei conti di Ventimiglia, cavaliere coltissimo e graziosissimo, e lontano parente di lei. Filippo mostrò prestarvi fede; e ad ogni evento la tortura provvederebbe.

Il 23 agosto del 1418 sbarravansi ad un tratto, fino all’ora del desinare, le porte della città: armati drappelli movevano intorno e i forti luoghi occupavano. La duchessa è strappata dalle stanze reali, data in mano di sgherri, e con due damigelle ed Orombello è tratta a Binasco. Colà ebbe a soffrire l’onta dell’infame accusa e venti giorni di tormenti; le damigelle furono poste al martirio perchè la accusassero, e divenute confidenti della colpa, strozzate. Orombello fu vile; non resse ai tormenti; disse colpevole la duchessa; e sotto false lusinghe di aver salva la vita, scese a ripeterle in faccia la confessione, alla quale dicesi aver ella risposto con acri rampogne, chiamando in testimonio gli uomini e Dio della propria innocenza e della ingratitudine del duca. Dopo ventiquattro strappate di corda ella fu tratta al supplizio. Era la notte del 14 settembre del 1418, il quarantesimosesto di sua età, il sesto del suo matrimonio con Filippo. Uomini armati occupavano il borgo e cingeano il castello. Il cortile era parato a nero; nel mezzo si levava il