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Caterina Cornaro. | 99 |
asolani, per vedere l’imperatore Massimiliano, che passava di là, andando da Milano a Vienna; e in quell’incontro le piacque tanto il luogo d’Asolo, che lo chiese al Senato, il quale le diede la sovranità della città e del territorio il 20 Giugno 1489, con l’annuo assegno vitalizio di cinquanta libbre d’oro, oltre il dono di altre dieci fattole nell’atto della cessione. Ella vi andò l’Ottobre di quell’anno, pomposamente accompagnata da quattromila e più persone. V’instituì una Corte. Avea ottanta persone a servirla; dodici damigelle, dodici paggi; a caudatario avea un nano che le era carissimo. Si vuole aggiungere i curiali, deputati all’amministrazione della giustizia, e gli ufficiali per l’esazione dei tributi. Una compagnia di soldati della Repubblica stava a sua difesa. Soscriveasi: — Regina di Cipro, di Gerusalemme ed Armenia, e signora di Asolo. — Vi dimorò interrottamente circa ventun’anno, passandosela tra feste, giostre e caccie, ma insieme attendendo a governare con equità e giustizia; e parecchie sue belle decisioni in causa civile furono raccolte dal Pampuri. Vi fondò un Monte di Pietà, ad istigazione di Bernardino da Feltre, grande oratore, che nel 1490 avea predicato in Asolo.
Per le traversie sopravvenute alla Repubblica dalla Lega di Cambrai, ella dovè rifugiarsi a Venezia. Cessati i gravi pericoli, ritornò, ma per poco; non credendosi sicuro il luogo dall’impeto dalle scorrerie nemiche, si ricondusse in Venezia, ove morì il 10 Luglio 1516, in età di anni cinquantaquattro o cinquantasei nel palazzo del fratello Giorgio, allora procuratore di San Marco, posto nella contrada di San Cassiano. — Il dì appresso, il suo corpo fu