Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
– 53 – |
Osservisi strano volgere d’umani eventi! que’ due amici che pochi anni prima eransi abbracciati, entrambi proscritti, sulle spiagge d’America, si ritrovavano allora, l’uno già quasi sovrano del suo paese, l’altro rappresentante dinanzi ad esso la gran patria risorta, se non ancora redenta!
Certo colui che avesse potuto assistere non visto al colloquio di quei due avrebbe udito proferire di quelle parole che decidono dei destini delle nazioni; e se alle calde preghiere dell’italiano il nipote del gran Còrso dovette per avventura rispondere con dolorosa negativa — mentre ei si sapeva allora impossibilitato ad agire, dovendo prima vincere l’anarchia che immiseriva la Francia all’interno, e la rendeva inetta ad influire al di fuori — forse in quello stesso colloquio ed all’amico quasi d’infanzia, il futuro moderator dell’Europa confidò taluno de’ vasti concepimenti, arditi quanto il pensiero, sublimi quanto mai umano disegno può esserlo, che, messi ad effetto con un’abilità, una prudenza e un vigore non più veduti, dovevano un giorno compiere la grand’opera iniziata nel 1789.
E avvegnachè tra que’ concepimenti, accanto a quello che restituiva alla Francia il suo splendido posto fra le nazioni — dopo averla lavata dell’onta di Waterloo e delle due invasioni nemiche — esistesse l’altro, non meno gigantesco, di darle Italia, indipendente ed unita, a secura e riconoscente alleata, l’Arese ebbe a partirsi da Parigi men dolente e meno scoraggiato di quello che, portatore qual era d’un rifiuto, lo si dovesse supporre.
Nel medesimo tempo in cui il conte eseguiva tal missione nella capitale francese, uno de’ collegi elettorali di Genova eleggevalo a deputato al Parlamento nazionale; rientrato poi appena in patria, il ministro Gioberti lo nominava ambasciatore presso la repubblica di Francia, ma egli non credeva dover accettar tale incarico.
Escluso dall’amnistia austriaca dopo il 1848, ebbe stabile domicilio a Genova ed a Torino, e solo nel 1852, e in una circostanza per lui ben dolorosa, gli accadde di dover tornare per poche ore in Milano.