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città nativa, pe’ suoi patriotici sentimenti, per la dignità del suo carattere e della sua condotta ispirò ai propri concittadini una stima, di cui si ebbe prove non dubbie, quando la vita pubblica cominciò ad essere non più un voto, ma una realtà per gl’italiani.

Difatti, durante il primo moto nazionale del 1848, ei fu chiamato a far parte del consesso civico che dovevra deliberare sulle sorti del ducato, e che, come ognun sa, pronunciò l’annessione al Piemonte. Nel 1859, allorchè un consesso di simil sorta tornò ad emanare un’identica decisione, il conte Anguissola, insieme all’avvocato Fioruzzi e al conte Costa, fu inviato al campo delle vittoriose Armate alleate, onde presentare all’eroico re Vittorio Emanuele l’espressione dei voti unanimi ed entusiastici delle popolazioni parmensi.

Più tardi, dietro deliberazione dell’assemblea di Parma, della quale era membro, ei ricevette l’onore d’essere inviato, in unione del conte Cantelli e del professor Torrigiani, a Parigi, onde presentare un indirizzo a sua maestà l’Imperatore de’ Francesi, che accolse la deputazione a Saint-Cloud con estrema gentilezza, e la rassicurò sulle sorti del paese con le più lusinghiere parole.

Compiuta alfine quell’annessione al paese da sì gran tempo invocata, il conte Anguissola venne eletto deputato al Parlamento nazionale dal collegio di Vergaro nella provincia stessa della nativa Piacenza.




ARA CASIMIRO, avvocato

deputato.


È nato a Trino, provincia di Vercelli, il 19 febbrajo del 1813 dal causidico Giuseppe e da Irene Albasio.

Crediam merito dell’opera il notare che il padre, lo zio e i parenti dell’Ara erano di sentimenti e d’opere italianissimi, e che quindi ei fu allevato, come suol dirsi, a buona scuola. Lo zio sopratutto, Casimiro Ara, che fu capitano ajutante-maggiore nel reggimento Pie-