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e nell’età di poco più di tre lustri ottenne la laurea in architettura dalla regia università che in tale occorrenza con ispeciale deliberazione lo raccomandò al governo per professore di quelle scienze nei licei e collegi dello Stato, senza bisogno ch’ei subisse nuovi esperimenti.

Destinandolo tuttavia il padre al foro, il Jacampo si applicò con pari fervore allo studio delle leggi e delle affini scienze economiche e statistiche, ed ottenuta la laurea si diè ad esercitare. Ma per poco; chè morto il genitore gli fu forza di tornare nella terra natale, dove fra le domestiche pareti proseguì con maggior calore i suoi prediletti studî statistici e matematici, durante i quali diede opera a vari correlativi lavori teorici e d’applicazione.

Pel corso di venti anni esercitò le diverse cariche comunali, e quelle di consigliere distrettuale (circondariale) e provinciale e di deputato delle pubbliche opere provinciali, e di deputato anche della provincia di Molise, eletto dal consiglio di essa per curare presso il governo l’adempimento de’ suoi voti.

Mediante tali officî, e specialmente per moltissime delegazioni de’ ministri e degli intendenti fu in caso di rendere svariati servigî, prestandosi anche a numerose consultazioni in ogni ramo della pubblica amministrazione. col rifiutare sempre ogni indennità od altro pecuniario compenso.

Nel 1848, per le elezioni provinciali dell’aprile il Jacampo era nominato rappresentante della provincia di Molise in seno alla prima legislatura napoletana; e per quelle distrettuali (circondariali) di giugno, veniva rieletto alla seconda, dal distretto di Campobasso. Ma quantunque durante la sessione avesse egli seduto nel centro e votato abitualmente colla parte moderata della Camera, pure durante il periodo dodicenne fu oggetto di gravi e continue persecuzioni per parte del governo per le quali ebbe molto a soffrire negli interessi e nella salute.

Il collegio di Lavino ha eletto il Jacampo al primo scrutinio a suo deputato nel Parlamento del nuovo Regno.