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Fece in patria i suoi studî, seguì il corso legale nella regia università e appena laureato venne ammesso nell’ufficio del procuratore generale, ove rimase fino a tutto il 1851, seguendo poscia la carriera della magistratura, fino al momento in cui chiese ed ottenne un congedo illimitato. Da quel momento si occupò con tutto lo zelo d’amministrazione, rendendosi utilissimo al proprio paese col coprire durante otto anni la carica di sindaco del comune di Andezzeno e per dieci quella di presidente delle Opere pie dello stesso comune.

Fece poscia parte del consiglio comunale e del consiglio delegato del municipio di Torino ed in tal qualità ebbe l’onore di essere uno dei membri delle deputazioni incaricate di visitare per la prima volta come sorelle varie delle principali città d’Italia. Stabilitisi con legge del 1859 i consigli provinciali, l’avvocato Villa fu da quell’epoca eletto sempre a membro del consiglio di sua provincia.

Il collegio di Chieri scelse questo operoso cittadino a proprio rappresentante nel Parlamento italiano fin dalla legislatura passata; nelle ultime elezioni egli ebbe confermato da quel collegio l’importante mandato.




JADOPI STEFANO

deputato.


Il nome di questo onorevole cittadino pur troppo suona doloroso ad orecchie italiane perchè ridesta la truce rimembranza di un’orribile catastrofe di guerra civile; catastrofe, che la Dio merce, può dirsi quasi unica negli annali dell’istoria del gran movimento nazionale d’unificazione, catastrofe della quale il Jadopi fu la vittima principale.

Nato in Isernia, provincia di Molise, addi 9 febbrajo del 1813, figlio a Vincenzo e a Maddalena Laurelli, Stefano percorse gli studî primordiali in patria, quindi si recò a Napoli a fare gli universitarî apprendendo legge e scienze naturali.

L’improvvisa morte del padre, avvenuta di coléra