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nel ricostituire il gabinetto, dopo la proclamazione del regno d’Italia, gli affidò il ministero dell’istruzione pubblica. La Camera applaudì vivamente l’eloquente discorso in cui il nuovo ministro, con una chiarezza, pari all’eleganza della frase e dello stile, espose le sue idee intorno all’alto compito ch’egli si è assunto. Non saremo adulatori asserendo che già fin d’ora i fatti tennero dietro a quelle faconde parole.





È nostro sistema nel redigere le biografie che ci siamo assunti l’impegno di pubblicare in queste pagine, oltre alle notizie che raccogliamo da persone bene informate, amiche od anche avversarie politiche della persona di cui ci accingiamo a narrare la vita, di aver ricorso a questa persona stessa, la quale, o autograficamente, o a mano di un amico o d’altri, ci trasmette dal canto suo più o meno particolareggiati quei dati o informazioni di che la richiediamo.

A tale inchiesta da noi diretta all’egregio avvocato Mosca, come generalmente a tutti gli onorevoli senatori e deputati, questi ha incominciato col rifiutarsi di accondiscendere ad appagarla; quindi, cedendo a nuove e più pressanti istanze, ci ha inviato una lettera autobiografica, che noi troviamo nella sua semplicità interessantissima, e che, a nostro rischio e periglio, commettiamo l’indiscretezza di regalare tal quale al lettore, che ce ne saprà buon grado, non ne dubitiamo un momento.

Ecco la lettera:

«Egregio signore,

«Milano, li 9 agosto 1861.        

«Scrivo per liberare la promessa data al di Lei segretario di somministrarle alcune notizie intorno alle mie origini e alle vicende della mia esistenza. Nello stesso tempo Le accompagno il mio ritratto.