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dopo, cioè, che colà era stata promulgata la costituzione, e concessa agli emigrati politici piena ed intera amnistia.

In qualità di commissario civile e politico il nostro protagonista partiva indi a poco dalla capitale Partenopea, insieme al corpo d’armata che il Borbone consentì a malincuore a spedire in ajuto dei Piemontesi contro gli Austriaci in Lombardia. — Ognun sa che non appena pervenuto quel corpo a Bologna, avvenuta essendo in Napoli la catastrofe del 15 maggio, i napoletani ricevevano ordine dallo spergiuro Ferdinando II di retrocedere; e ognuno sa eziandio che un numero di valorosi, distaccandosi dall’esercito, proseguirono sotto gli ordini dell’eroico generale Guglielmo Pepe la loro marcia e passarono il Po. Di questo numero fu l’Assanti, che può dirsi incominciasse allora la sua carriera militare, dacchè, lasciando il posto di commissario civile, che si assimilava al grado di generale, si contentasse di occupare un impiego di capitano dello stato maggiore.

Ridottosi in Venezia, sostenne colà insieme ai prodi suoi compagni per ben 16 mesi l’assedio, divenuto ormai memorabile, e promosso a colonnello, uscì dietro la capitolazione dell’agosto dalla città dell’Adria per emigrare in Piemonte, da dove passò poscia in Francia, in Svizzera, in Inghilterra e nel Belgio.

Nel 1860, trovandosi l’Assanti in Genova, allorchè Garibaldi aveva poc’anzi intrapresa la sua già celebre spedizione dei mille, il generale Cosenz invitava il nostro protagonista a far parte di quella che egli stesso doveva guidare in ajuto al vincitore di Calatafimi; arrivato in Palermo, gli fu confidato il comando di una brigata. Alla testa di tale brigata l’Assanti si trovò alla battaglia di Milazzo, assistè allo sbarco nelle Calabrie, sostenne il combattimento di Salerno, e intervenne ai fatti d’arme di Santa Maria di Capua e Caserta.

Il collegio di Chiaravalle in Calabria ha eletto il generale Assanti a suo rappresentante nel Parlamento Nazionale.