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della patria; ed egli non tardò ad accorrervi, facendo ammettere i suoi due unici figli nei regi istituti militari, onde divenissero due soldati dell’esercito nazionale.

Il governo del re inviò a suo commissario il duca Sforza-Cesarini nella provincia di Viterbo, allorquando avvenne la liberazione, pur troppo momentanea, di quel paese, che sospira anche adesso l’istante in cui potrà liberarsi dal giogo pontificio.

Elevato alla dignità di senatore, il duca Sforza è stato creato da sua maestà il re Vittorio Emanuele commendatore dell’ordine Mauriziano.





Nato in Gravina, provincia di Bari, nel febbrajo 1810, da Patrizio e Giovanna Pentibove; percorse gli studî elementari nel seminario di Bari, e seguì gli universitarî in Napoli, ove si laureò in medicina nel 1831.

Da quel momento egli non si ristette dall’occuparsi con ogni attività di elocubrazioni scientifiche, acquistando ben presto e a buon diritto fama di profondo geologo.

Le memorie da lui pubblicate sono molte e tutte vennero accolte dagli scienziati con grande favore, sovra ogni altra quelle intese a definire i terreni necessariamente straordinarî che si rinvengono nel reame di Napoli.

Secondo il nostro sistema non potendo dare un analisi di tali scritti, li annovereremo qui sotto, indicandone il titolo:

«Memorie geologiche sulla Campania; — Della regione vulcanica del monte Volture; — Incendi del Vesuvio nel 1850 55; — Della periclasia; — Della Hunnite; — Dei fosfati di manganese e potassa; — Memoria sulla poliedria dei cristalli. — »

Nominato professore e direttore del celebre museo mineralogico di Napoli fino dal 1844, le di lui opi-