Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/454


— 292 –



Ultimo discendente d’antica greca famiglia che abbandonò Candia allorchè nel 1669 se ne impadronirono i Turchi. Pietro Paleocapa nacque in Bergamo, ove suo padre Mario esercitava a quell’epoca ufficio di cancelliere della repubblica.

Studiò per tre anni legge all’università di Padova; poi congiunte al regno d’Italia le provincie Venete entrò nella scuola militare di Modena. Uscì da questa prima della sua promozione, fu nominato tenente del corpo del genio, ed ebbe incarico di dirigere lavori che si eseguirono allora nella fortezza di Osopo.

Nel 1813 il Paleocapa fece tutta la campagna col secondo corpo della grande armata alla cui testa trovavasi il generale Bertrand. Caduto in poter del nemico dopo la sconfitta di Futterberk, veniva condotto in prigionia, allorchè gli riuscì di sfuggire dalle mani de’ suoi custodi; rientrato in Italia nel momento in cui i destini del regno erano per soggiacere, andò a Peschiera, ove fu incaricato dei lavori di difesa del forte avvanzato di Mandella.

Caduto il gran colosso napoleonico, sciolto dagli Austriaci l’esercito d’Italia, il Paleocapa fu uno dei sei ufficiali, cui venne offerto servizio nel corpo imperiale del genio; ma avendo egli rifiutato accettare l’esibito grado, e abbandonata la militare carriera, ebbe dopo due anni impiego in Venezia nel corpo degli ingegneri di acque e strade.

Chiamato a Milano nel 1820 in qualità di membro del collegio degli ingegneri della giunta del censimento, nel 1825 venne mandato in missione a Vienna presso la commissione aulica del censo per discutere questioni insorte circa al sistema da seguirsi nell’attuare le stime censuarie.

Nel tempo in cui il Paleocapa adempiva a questa missione, nel 1827 veniva incaricato di visitare la ferrovia di Budweis in Boemia, ferrovia che una società