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Nato nel giugno del 1821 in Forlì, da Vincenzo e Chiara Folfi, percorse gli studî elementari nella città nativa e gli universitarî in Bologna, ove ebbe laurea nel 1839. — Di là si recò a Parigi in quel gran liceo scientifico che ha nome politecnico.

Rientrato in patria, avendo arricchito d’assai le proprie cognizioni, venne nominato alla cattedra di fisica in Ravenna, quindi, cresciuto in fama, fu invitato a coprire l’istessa carica nella celebre università di Pisa, ove egli non tardò a levare alto nome di sè e a vedere le sue lezioni frequentale da un numerosissimo concorso di uditori.

Varie sono le opere rese di pubblica ragione per parte del signor Matteucci; sarebbe troppo lungo il notarle, ma noi non possiamo far a meno di accennare ai suoi trattati dell’elettro-fisiologia che produssero alta sensazione nel mondo scientifico, e che valsero al Matteucci premi da parte dell’istituto di Francia, e la medaglia della società reale di Londra.

Posteriormente il prof. Matteucci riceveva l’insigne onore di esser chiamato a far parte dell’accademia delle scienze di Parigi, in qualità di membro corrispondente.

Fino a questo punto può dirsi che la vita dell’onorevole professore sia stata quasi assolutamente di scienziato; a datare dal 1848 egli divenne anche uomo politico. Nominato senatore nel Parlamento di Toscana, allorquando, dopo compiuta la restaurazione della famiglia di Lorena in quella bella provincia d’Italia, lo Statuto venne sospeso da prima, ed in seguito soppresso, il Matteucci si unì a tutti gli uomini rimarchevoli per onestà e per ingegno, onde protestare in tutti i possibili modi contro quell’iniquo abuso del governo granducale, e per promuovere nel paese un movimento lento, ma sicuro, che aveva per iscopo finale l’indipendenza e l’unità italiana.

Difatti, non appena questo moto ebbe alfine maravigliosa occasione di compiersi nel 1859, al prof. Mat-