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il salvò completamente favorendo la di lui fuga col farlo salire in serpa della propria carrozza sotto l’abito di suo cameriere.

Dopo la pace di Milano, che tolse a non pochi emigrati la speranza di rivedere sì presto libera la patria terra, il Chiesi si diede tutto allo studio ed all’educazione del maggiore suo figlio, che gli fu indivisibile compagno e che valse a temprargli il dolore di dover viver lungi dalla città nativa e dalla amata famiglia.

Si fu durante questo primo periodo dell’esilio che il Chiesi pubblicò a Firenze coi tipi del Le Monnier un’opera in cinque volumi: Il Sistema Ipotecario illustrato, che intitolò con affettuose parole ai giureconsulti del suo paese. — Quest’opera gli ottenne il plauso dei più distinti scrittori in materia legale, italiani e stranieri, fra gli altri quello del celebre Mittermayer, e gli valse l’onore d’esser nominato socio della regia accademia dei Georgofili di Firenze e cavaliere dell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Nel 1859, alfine, dopo undici anni d’esilio, ripatriò, accolto da’ suoi concittadini con entusiastiche dimostrazioni di stima, d’affetto e di viva esultanza.

Il governatore Farini chiamollo subito a sè, e lo nominò direttore in Modena del Ministero di Grazia e Giustizia. Fu membro dell’assemblea modenese, e il Farini stesso, anche dopo che per la pace di Villafranca ebbe assunto titolo e mandato di dittatore, lo confermò nella carica precedentemente occupata.

Nell’amministrazione del proprio dicastero il Chiesi si mostrò solerte, imparziale, moderato, animato sempre dallo spirito di preparare ed agevolare l’unificazione legislativa e giudiziaria col regno Sabaudo. — Il dittatore poneva nei lumi e nella moderazione del nostro protagonista tanta fiducia da accordargli facoltà ed autorità di rappresentarlo e di firmare in suo nome atti e decreti, allorquando era costretto ad assentarsi. Allorchè poi il Farini ebbe riunite le provincie romagnole, modenesi e parmigiane in un solo Stato, abolite le direzioni reggenti i diversi ministeri e costituito il ministero dell’Emilia, innalzò Chiesi al grado di ministro di grazia e giustizia ed affari ecclesiastici.