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rovesciò sulla tolda insieme a due altri. Garibaldi si lanciò sovr’essa, credendo non trovar più che un cadavere, ma l’amata donna si rialzò sana e salva; i due uomini, invece erano rimasti uccisi. E siccome il consorte la supplicava a volersi ritirare sotto coverta, Anita rispose che intendeva ben recarvisi, ma per farne uscir fuora i paurosi che vi si fossero ricoverati.

Ma intanto, volgendo a male le cose pei repubblicani, giacchè gl’imperiali per la pacificazione del Para potevano concentrare contro di essi quasi che tutte le proprie armi, e perchè gli abitanti stessi di Santa Caterina e di altre terre della laguna, malcontenti del governo dei primi, incominciavano a far coi secondi causa comune, il nostro protagonista, dopo aver ricacciato il nemico da Imerni, si vide solo coi suoi tre navigli contro una flottiglia ostile di ventidue vele che combinava le sue mosse coi soldati di terra e che trasportava, oltre i suoi equipaggi, numerose truppe da sbarco.

Una sì poderosa forza non isgomentò l’animo veramente sublime del nostro eroe, il quale coi suoi tre legni, contando anche sul fuoco d’una batteria da esso fatta inalzare sulla punta del molo, sebbene con pezzi di tenue calibro, si dispose contrastare l’entrata della laguna agl’imperiali.

Il combattimento riuscì terribile; tutti i cannoni di Garibaldi furono smontati dal soverchiante fuoco nemico; tutti i suoi ufficiali furono uccisi; egli solo e la sua intrepida Anita, che durante quanto fu lunga la pugna non si dipartì dal suo fianco, rimasero illesi. La provvidenza che il serbava a redimer l’Italia fece un miracolo e il preservò in tanta strage.

Nonostante, piuttostochè che cedere, Garibaldi invia la sua coraggiosa compagna al generale in capo, onde chiedergli rinforzi d’uomini a resistere ancora. Questi, che il credeva morto, gli fa rispondere non aver gente da inviargli, abbandonasse gli avanzi de’ suoi bastimenti e si ponesse in salvo. Il nostro eroe a malincuore cede a tal ordine, ma non si ritira prima d’aver recato in sicuro, egli e la valorosa Anita in più e più viaggi, compiti attraverso la grandine delle palle