Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/306


— 194 —


«Nella sua qualità di ministro dell’interno, il Galvagno ebbe a far fronte alle prime lotte d’un’opposizione parlamentare tanto più audace quanto il gabinetto, contro il quale erano i suoi colpi diretti, si trovava nell’anormale posizione d’un ministero scelto nella minoranza della Camera.

«Nel corto spazio di qualche mese la Corona si vide costretta a sciogliere due volte il Parlamento.

La quarta legislatura si aprì verso il cadere del 1849 con la speranza che il Governo del re potesse procedere innanzi senza incontrare soverchi ostacoli. Il felice resultamento di quelle ultime elezioni deesi in gran parte attribuire all’attività del Galvagno, che in sì rilevante e delicata faccenda si condusse secondo i veri principî dei governi rappresentativi, i quali hanno il dovere, innanzi tutto, di conservare ad ognuno la libertà delle elezioni. Comprese che tra l’imparzialità amministrativa e l’indifferenza per tutte le opinioni havvi un enorme distanza e che un Governo convinto i propri principî esser conformi all’interesse della nazione, dee desiderare che i comizj elettorali mandino al Parlamento cittadini che abbiano comuni con esso lui intendimenti e opinioni.

Questi stessi principî, nelle elezioni del mese di maggio 1851 guidarono il gran ministro della monarchia costituzionale Casimiro Pèrier e tutti quelli che gli successero.

«Nel 1850 e 1851 il Galvagno presentò al Parlamento diversi progetti di legge sulla riorganizzazione dell’amministrazione dell’interno, e rinvenne costantemente sincero appoggio tanto nella camera senatoriale come in quella dei deputati. Nominato guardasigilli nel febbrajo del 1852, si trovò obbligato a ricostruire la magistratura in virtù dell’articolo 11 del decreto reale del 21 dicembre 1850. Su quattrocento membri e più di tal ordine, non ne mise al ritiro che una diecina, e fra quelli, otto almeno, che la età loro e lunghi servigî dispensavano da ulteriori fatiche. Il vero coraggio d’un ministro in quei tempi, in cui abbisognava adottare così importanti decisioni, consisteva in gran parte nell’opporsi alle esagerate