Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/303


— 191 —


Entrato Giovanni Filippo nel dicembre del 1815 nel liceo imperiale di Torino con pagar soltanto mezza borsa, per aver vinto quel semi-gratuito posto al concorso succeduto in quell’anno, ne uscì per fare gli studî universitarî ed ebbe due volte la laurea: il 6 aprile del 1821, e il 17 gennajo del 1822, avvegnachè la reazione del 1821 avesse dichiarato non validi i gradi universitarî conferiti pendente il moto politico di quell’anno.

Aggregato al Collegio di leggi il 4 agosto del 1823, fu poscia avvocato patrocinatore.

Eletto deputato e chiamato al ministero il 29 marzo del 1849 in qualità di ministro dei lavori pubblici, fu nominato ministro dell’interno l’11 ottobre di quel medesimo anno, rimanendo in quell’eminente posto sino al febbrajo del 1852. Passato allora al ministero di grazia e giustizia, durò in tal carica sino all’8 maggio del medesimo anno, epoca in cui si ritrasse definitivamente dal potere, per non più occuparsi che di adempiere lealmente ed efficacemente ai suoi doveri di deputato e della sua professione di pubblico difensore.

Del resto, se noi ci limitiamo a citare per semplici e nude date i diversi passaggi dell’importante carriera politica del nostro protagonista, egli è che abbiamo sott’occhio le pagine di un libro: Une page d’histoire du gouvernement representatif en Piemont, del signor Luigi Chiala, nelle quali il ritratto del Galvagno, per ciò che ha riguardo alla sua vita pubblica, ne appare disegnato con tanta verità, che non ci sembra poter meglio fare che darne la traduzione ai lettori.

«Non termineremo questo capitolo — dice adunque il chiaro autore — senza aggiungere qualche parola sul conto dell’uomo (il Galvagno) che contribuì sì eminentemente, dopo il disastro di Novara, a consolidare sulle sue basi l’edificio costituzionale in Piemonte, e che nel mese di maggio del 1852 abbandonò il potere, circondato dalla stima universale, che la sua probità, la sua intelligenza e la sua devozione al paese gli avevano assicurata.

«Il sig. Dupin maggiore aveva proposto un giorno