Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/297


– 187 –



Nacque in Padova nel 1815 da famiglia commerciante. Studiò matematiche, e laureato entrò nel corpo degl’ingegneri idraulici e delle pubbliche costruzioni. Ricevette incarichi di pubblici lavori, ed in occasione di minacciose fiumane mostrò scienza, coraggio ed attività tali che valsero a liberare dall’imminente inondazione grosse borgate ed estese campagne; n’ebbe a compenso il plauso e la riconoscenza dei cittadini, elogi ed avanzamenti dal governo.

Attendeva da circa dodici anni assiduamente a tali incarichi e agli studî idraulici, quando scoppiò la rivoluzione del 1848; e i sentimenti di caldissimo amor patrio nudriti dal Cavalletto poterono liberamente erompere ed espandersi. Arringò più volte i suoi concittadini, animandoli a levarsi in armi, e formatisi poi alcuni battaglioni di volontari, si recò con essi contro gli Austriaci a Montebello vicentino, a Vicenza, e finalmente in Venezia, ove il corpo Brenta e Bacchiglione, di cui fu nominato maggiore, prestò valido servizio nella lunga difesa di quella infelice ed eroica città. Fu pure eletto deputato e siedette nel Parlamento veneto.

Caduta Venezia ritornava il Cavalletto in Padova ove si pose ad esercire quale ingegnere civile, rifiutando le offerte di quel Delegato che gli prometteva il posto altra volta occupato nell’ufficio idraulico.

Così viveva nello studio, fidando in tempi migliori per la causa italiana, quando un incaricato del comitato insurrezionale creatosi in Venezia venne a chiedergli l’opera sua nella sognata impresa. Ammirò il Cavalletto l’ardimento e lo scopo, ma non poteva approvare i mezzi, nè aver fiducia nell’esito; e fatte al messo giudiziose considerazioni sull’ordinario fallire delle congiure, lo accomiatò, consigliando la continuazione dell’aperta e generale resistenza, e promettendogli che si sarebbero riveduti.