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mati, ch’egli seguitava ad inviare alla Biblioteca Italiana, e la successiva edizione in sei volumi delle opere tutte del Vico, pur arricchita d’importantissime note, e di quell’altra splendida e grandiosa prefazione ch’è: La mente di Vico, fecero sì che la riputazione del giovine filosofo in breve spazio di tempo, e non sì tosto surta, crescesse gigante.

Allora il Ferrari, sentendosi un po’ al ristretto tra noi, si recò sù più vasto campo d’azione, a Parigi, ove non tardò a levar nome di sè col pubblicare alcuni articoli sulla Revue de deux mondes, due dei quali intorno alle poesie popolari d’Italia, a cagione di cui ebbe a sostenere una polemica assai animata col Journal des savants, polemica che ridondò ancora a merito del giovine autore.

Questi intanto, con quella fermezza di volontà e costanza d’applicazione allo studio che gli son proprie, pose a profitto così efficacemente i due primi anni del suo soggiorno nella gran capitale di Francia che si sentì ben presto in grado di poter presentarsi a sostenere l’esame ond’esser ricevuto dottore in lettere (docteur ès-lettres) alla Sorbona.

Difatto, dopo esser stato dispensato, per opera di Cousin, che aveva concepito una viva stima pel nostro giovine scienziato, dall’esperimento necessario a conseguire il titolo di licenziato, il Ferrari sostenne per ben quattro ore, in presenza di quanto di più cospicuo in fallo di letteratura e scienze acchiudeva Parigi, un esame de’ più difficili, nel modo il più brillante che dir si possa. Le due tesi ch’ebbe a sviluppare furono: La nouvelle religion de Campanella e La théorie de l’erreur.

Soltanto, si produsse durante un tale esame un caso non poco bizzarro e che potrà dare un’idea assai chiara al lettore di ciò che si fosse in quel tempo, in fatto di politica, il giovine filosofo: nel trattare le tesi affidategli egli enuncio e sviluppò, con una foga e una facondia incredibili, le teorie le più rivoluzionarie del mondo, e ciò quasi a propria insaputa e con grande scandalo, in parte, in parte con indicibile divertimento dei sommi personaggi che lo stavano a udire.