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Un’infinità di libri che il giovine studioso non conosceva pure di nome vennero a schierarsi in bell’ordine dinanzi a lui ed egli potè attingervi a piene mani quelle nozioni che sentiva fargli difetto; il carteggio ridondante di interessanti notizie, e di preziose osservazioni de’ sommi che corrispondevano con Romagnosi, la lettura de’ giornali scientifici e letterarî che questi riceveva da ogni paese valsero in breve a far sì che il nostro protagonista, la cui intelligenza era d’altronde svogliatissima, si sentisse tutt’altr’uomo da quello di pochi mesi prima. Allora volle incominciare a provarsi di volare colle proprie ali e sotto il velo dell’anonimo mandò alla Biblioteca Italiana varî articoli che furono inseriti e gustati.

Ciò che vi avea di bizzarro nella relazione, d’altronde strettissima e quasi affettuosa, ch’esisteva tra Romagnosi e Ferrari, si era che quest’ultimo riceveva tutte le confidenze, tutte le espansioni, per così dire, del vecchio filosofo, senza per parte sua annunciargli affatto le proprie idee.

Fosse che non esistesse simpatia di spirito fra quei due, fosse a cagione dell’indole del Ferrari, sempre concentrata e già egoistica — in materia scientifica, vogliam dire — fatto è che il discepolo sapeva bene ciò che si fosse il maestro, ma questi dovette morire ignorando quasi sin dove potesse poggiare la mente del giovine milanese.

È pur d’uopo aggiungere che il Ferrari, malgrado i sentimenti di gratitudine che professa per Romagnosi, ritiene ch’egli fosse uomo incapace di consigliarlo efficacemente, e asserisce gl’insegnamenti che ne ha ritratti doverli piuttosto alle proprie investigazioni sullo spirito pigro, a tal riguardo, ed infecondo del gran filosofo, di quello che alle spontanee di lui ammonizioni.

Avvenuta la morte di Romagnosi, il Ferrari gl’innalzò un monumento degno di cotant’uomo col pubblicare, corredate di dotte ed acute annotazioni, tutte le di lui opere, precedute da quello scritto profondo che intitolo: La mente di Gian Domenico Romagnosi. Tale pubblicazione attrasse l’attenzione del mondo dotto sul giovine autore, e gli articoli, d’allora innanzi fir-


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