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pitano in quel distinto corpo, e con tal grado perì sventuratamente, ma eroicamente, in Crimea.

Il terzogenito Antonio, laureato in ambe leggi, entrò nella carriera diplomatica; per lui si ruppero, come ognun ricorda, momentaneamente, le relazioni tra il nostro governo e quello dell’ex-granduca Leopoldo II di Toscana. Era giovine di molto ingegno e di severi studî, autore di varie ragguardevoli pubblicazioni, tra le quali è da notarsi quella di Milano e i principi di Savoja. Segretario di legazione a Madrid, vi morì di morbo, tolto al padre e alla patria nel rigoglio degli anni.

Il secondogenito Luigi Agostino, uscito dalla reale Accademia ufficiale d’artiglieria, fece le campagne del 1848 e 49, fu insignito della medaglia al valore militare e della croce di San Maurizio e pervenne fino al grado di capitano in detta arma. Le dolorose perdite dei due fratelli lo costrinsero ad abbandonare il servizio; tuttavia si prestò posteriormente qual volontario ad occuparsi presso il comando d’artiglieria ogni qual volta l’opera sua potè tornare utile.





Ebbe i natali in Susa il 2 dicembre 1802 da onesti e stimati negozianti.

Studente di leggi nell’università di Torino, prese parte efficace alla rivoluzione del 1821, ponendosi coraggiosamente tra quelli audaci giovani che col capitano Ferrero alla testa proclamarono la costituzione a San Salvario, e seguirono l’intrepido loro duce fino ad Alessandria.

Conseguita la laurea nel 1825 e fatte pratiche nella capitale, fu ammesso ad esercitare l’avvocatura nella città natale di Susa, ove non appena ebbe compiuta l’età prescritta, fu scelto a membro di quell’amministrazione civica, della quale continuò a far parte fino al 1852, anno in cui trasferì il suo domicilio in Torino.