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«Je vous embrasse, mon bien cher comte, vous priant de me croire à jamais votre ami

Ch. Albert.»               


Non è ella questa una lettera di cui si può dire, senza tema d’esser tacciati di soverchio entusiasmo — taccia che già da un giornale ci venne apposta — che la fa tanto onore a colui che la scrisse quanto a quegli stesso cui è stata diretta?

Nel 1853 il conte Casati fu nominato senatore del regno.

Scoppiata nel 1859 la novella guerra dell’indipendenza, il nostro protagonista, non volendo restare a verun patto inoperoso, recossi ad assistere i feriti, nell’ospedale militare d’Alessandria, dapprima, quindi alle ambulanze di Desenzano, e in ambi i luoghi ebbe il non tenue conforto di vedere da quei miseri altamente gradita l’opera sua.

Il Casati trovavasi ancora a Desenzano, quando fu invitato ad assumere il portafogli dell’istruzione pubblica, incarico ch’egli era troppo buon patriota per declinare, quantunque non di buon animo vi acconsentisse, attristato qual si sentiva per la fatal pace di Villafranca.

Sebben d’accordo coi suoi colleghi in tutto ciò che avea riguardo a politica estera, alcuni dissensi sorvenuti tra essi e lui rapporto all’interno regime, indussero il Casati ad offrire la propria dimissione il 12 gennajo del presente anno.

Il conte Gabrio è gran cordone dell’ordine Mauriziano, commendatore di quello di San Gregorio, cavaliere della Legion d’onore.

Il nostro protagonista ebbe varî figli; quando emigrò gliene rimanevano quattro: tre maschi ed una femmina. Questa egli ha maritata al conte Gajoli Boidi; dei figli, il primogenito Girolamo, dopo aver compiuto il corso di giurisprudenza, preferì seguitare nel 1848 la carriera militare, fu dal re Carlo Alberto nominato tenente di stato maggiore, meritò nel 1849 la medaglia al valor militare, subì dipoi in modo distintissimo gli esami necessarî ad esser promosso ca-