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sori stranieri, lo elessero a podestà di Cremona, carica ch’ei sostenne con tutta onorevolezza ed operosità fino all’epoca del funesto ritorno degli Austriaci.

Emigrato in Piemonte dopo quel fatal momento, s’indusse ad accettare l’amnistia ed a rientrare in patria, una volta che la battaglia di Novara di luttuosa memoria — Palestro e San Martino lavarono quella onta! — sembrò ribadire alle italiane braccia le catene dello straniero servaggio.

Ritrattosi nelle sue campagne, visse durante questo lungo decennio sordo alle seduzioni dell’Austria, costante nella sua affezione verso la patria, ricuperando poco a poco la speranza di vederla presto risorgere a novella vita, e cooperando e col consiglio e col denaro a sviluppare e ad ajutare nella sua cerchia il nuovo movimento.

Alla vigilia dello scoppiar della guerra, temendo a ragione gli effetti della vendetta austriaca, si refugiò in Piemonte, e non rientrò in Cremona che allorquando le splendide vittorie delle armate liberatrici ebbero per la seconda ed ultima volta cacciato dalle vie della nativa città le abborrite insegne nemiche.

Nominato in via provvisoria dal nostro magnanimo re a podestà di Cremona, fu poi nelle pubbliche elezioni municipali confermato da’ propri concittadini in sì elevata carica. Quasi contemporaneamente Sua Maestà il creava ufficiale dell’ordine Mauriziano e lo intitolava governatore del suo real palazzo in Cremona; indi a poco gli conferiva la somma dignità di senatore del Regno.




BRIZIO-FALLETTI GIUSEPPE, conte di Castellazzo

deputato.


Nato in Brà il 5 maggio del 1807, figlio primogenito del conte Giuseppe Maria, e di Enrichetta Sant’Agobio di Vercelli.

Fece gli studi in patria nel pubblico collegio; nel