Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia.pdf/187


– 121 –

a Bologna ad apprendervi giurisprudenza, vi conseguì a pieni voti la laurea. Intraprese posteriormente pratiche legali presso uno de’ più abili giureconsulti della curia bolognese, che tanti di dotti ne ha contati nel suo seno e ne conta, ebbesi licenza di avvocato dal tribunale di appello sedente nell’istessa città di Bologna.

Esordiente coi migliori auspici nell’importante carriera presceltasi, il Borgatti, giovane ancora, ma un di que’ giovani che acquistano per tempo senno virile, ritenne che prima di dedicarsi esclusivamente all’esercizio della professione gl’incombesse far tesoro di studî giuridici, tanto teoretici che pratici, e con tale intendimento mosse alla volta di Roma.

Colà visse famigliarmente coi primi legali della gran città madre, e il Ciuffa, l’Armellini, lo Sturbinetti, il Piacentini il presero a molto ben volere e ad apprezzare siffattamente, che l’ultimo nominato, il Piacentini, in una pubblica arringa ebbe a far menzione del nostro protagonista, ricordando un di lui lavoro siccome degno della reputazione di uno dei nostri antichi padri della romana giurisprudenza.

Come è da pensarsi, i primi atti del pontificato di Pio IX e gli avvenimenti che ne derivarono commossero altamente l’animo del Borgatti, il quale fu tra i primi a dettare articoli e studî riprodotti da vari periodici e che furono letti con avidità e commentati dal pubblico; ei divenne collaboratore assiduo del giornale romano: La Speranza.

Quando al ministero Recchi succedeva quello che si nomò dal conte Terenzio Mamiani, e che questi otteneva dal pontefice l’istituzione d’un ministero pegli affari esteri secolare — ministero che veniva affidato al conte Giovanni Marchetti — il Borgatti era dalla fiducia di quest’ultimo e per quella riposta in lui dal Presidente del Consiglio, chiamato ad esercitarvi le importantissime attribuzioni di segretario generale.

Gli uomini che erano allora al potere a Roma sanno come il nostro protagonista disimpegnasse l’ufficio accordatogli in quell’occasione.

Giovine ancora e nuovo nelle faccende burocratiche