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lizzabili, il progresso in ogni genere di coltura ed ammegliamento sociale, sopratutto poi una radicale riforma nell’ordinamento della sanità pubblica, sappiamo essere i sani ed inconcussi principî ch’ei si propone di propugnare a tutt’uomo in seno della nazionale Assemblea. Raggiungere la compiuta e definitiva emancipazione della patria italiana, costituirla nazione una, forte ed indipendente con mezzi possibili, non avventati, sono le di lui aspirazioni in fatto di politica esterna; si vede che il programma è nobile e vasto.

Per terminare lo schizzo di questo ritratto del dottor Borelli, in massima parte estratto da un articolo del Rèpertoire historique des Contemporaines, che pubblica in Parigi M. de Jeumont, sarebbe quasi indispensabile d’entrare nel dominio della vita privata, ed avremmo ampia messe a raccogliervi; ma si comprenderà che ci astenghiamo dal farlo onde non recare offesa alla di lui ben nota modestia.





Nato il 25 novembre del 1821 in Cumiano, circondario di Pinerolo, e fatti i primi suoi studi nel collegio di Garigliano, ed a Pinerolo i maggiori, seguì le discipline legali alle università di Torino e di Pisa, sebbene non togliesse laurea.

Esordì ventenne nella carriera letteraria con la pubblicazione di due racconti: Delfina Bolgi e Massimo, nei quali se da una parte può farsigli rimprovero di aver voluto, novello e inesperto peregrino nel cammin della vita, entrare molto addentro a scrutare gli arcani ripostigli del cuore, non si può negargli dall’altra forza di passione e intendimento gentile.


  1. Usiamo della facoltà che ci siamo riserbata nella Prefazione di non seguire, cioè, anche nella pubblicazione delle biografie l’ordine rigorosamente alfabetico a cagione delle difficoltà che nelle attuali vacanze del Parlamento ci rendono malagevole di raccogliere gli opportuni documenti.