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mani di S. G. il sig. conte Ferdinando Zichy, comandante della città e fortezza, ha raccomandato caldamente al signor comandante medesimo di volere aver riguardo a questa bella e monumentale città, verso la quale egli ha sempre professato la più viva affezione e il più leale attaccamento; lochè gli piace nuovamente di ripetere. In conseguenza di che, essendosi il sig. conte Zichy penetrato della stringenza delle circostanze, e del medesimo desiderio di evitare un inutile spargimento di sangue, si devenne fra lui ed i sottoscritti a stabilire quanto segue:

«1.° Cessa in questo momento il governo civile e militare, sì di terra che di mare, che viene rimesso nelle mani del governo provvisorio, che va ad istituirsi e che istantaneamente viene assunto dai sottoscritti cittadini;

«2.° Le truppe del reggimento Kinski e quelle dei croati, l’artiglieria di terra, il corpo del genio, abbandoneranno la città e tutti i forti; e resteranno a Venezia le truppe italiane tutte, e gli ufficiali italiani;

«3.° Il materiale da guerra d’ogni sorte resterà in Venezia;

«4.° Il trasporto delle truppe seguirà immediatamente con tutti i mezzi possibili per la via di Trieste, per mare;

«5.° Le famiglie degli ufficiali e soldati che dovranno partire, saranno garantite, e saranno loro procurati i mezzi di trasporto dal governo che va ad istituirsi;

«6.° Tutti gli impiegati civili, italiani e non italiani, saranno garantiti nelle loro persone, famiglie ed averi;

«7.° S. E. il sig. conte Zichy dà la sua parola d’onore di restare l’ultimo in Venezia, a guarentigia dell’esecuzione di quanto sopra. Un vapore sarà posto a disposizione dell’E. S. pel trasporto della sua persona e del suo seguito, e degli ultimi soldati che rimanessero;

«8.° Tutte le casse dovendo restar qui, saranno rilasciati soltanto i denari occorrenti per la paga e pel