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pel trasporlo della sua persona, del suo seguito, e degli ultimi soldati che rimanessero.

«Tutto il resto pure fu scritto, insieme col patto al quale, sulle istanze del tenente-maresciallo, fu aderito di provvedere ai mezzi di trasporto delle famiglie degli ufficiali e soldati e di garantire, oltre ad essi, anche agli impiegati civili le loro persone, famiglie ed averi.

«Lo scritto fu esteso e firmato in doppio; uno degli originali fu lasciato a S. E. il sig. tenente-maresciallo comandante della città e fortezza, conte Zichy, e l’altro venne trattenuto dalla deputazione, e depositato solennemente nello scrigno del municipio.

«Erano allora le ore sei pomeridiane.

«I deputati, sortendo dal palazzo, proclamarono al popolo la capitolazione, di cui già, nel tempo speso nelle trattative, scritturazione e copia, era giunto a sua notizia molto prima il punto più importante, cioè la decadenza del governo austriaco.

«Firmati

Gio. Correr, podestà.
Luigi Michiel, assessore municipale.
D. Medin, assessore municipale.
P. Fabris, deputato centrale.
A. Mengaldo.
Gio. Francesco Avesani.




testo della capitolazione:


«Onde evitare lo spargimento del sangue, S. E. il signor conte Luigi Palffy, governatore delle venete provincie, avendo udito da S. E. il sig. conte Giovanni Correr, podestà di Venezia, ed assessori municipali, e da altri cittadini a ciò deputati, che non è possibile raggiungere questo scopo senza che abbia luogo quanto sarà articolato qui sotto, nell’atto di doversi dimettere, come si dimise dalle sue funzioni, rimettendole nelle