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Ci sembra adunque pregio dell’opera il riportare per intero nel nostro libro cotal processo verbale di conferenza, non che la capitolazione che ne susseguì, tal quali li troviamo in uno stampato dato alla luce nell’ottobre del 1849 in Torino per cura dello stesso barone Avesani, che lo credè allora necessario onde rettificare la poco favorevole impressione prodotta nel pubblico da alcune parole men che esatte proferite riguardo alle cose di Venezia dal generale Alberto della Marmora nella seduta del 20 ottobre suddetto del Senato del regno.
«La Congregazione municipale della città di Venezia — così è concepito tal documento — con suo foglio della mattina del dì 22 marzo 1848 invitò alcuni tra i più stimati cittadini ad associarsi ad essa nelle angosciose circostanze del momento.
«L’assemblea, composta del signor podestà e dei sei assessori municipali, del suo segretario e dei signori Giuseppe Reali, Luigi Revedin, avvocato Giovanni Francesco Avesani, Leone Pincherle, avvocato Giacomo Castelli ed avvocato Costi, stava discutendo sullo stato delle cose e misure da prendersi; quando le giunse la nuova della morte dell’odiato colonnello Marinovich, ucciso dagli arsenalotti, e dell’impresa del valoroso capo della Guardia civica del sestiere di Castello, signor Francesco Olivieri, ch’entrò col suo drappello in Arsenale, e ne fece montare un altro sulla goletta guardaporto; senza che altre notizie dell’Arsenale giungessero.
«Si presentò successivamente all’assemblea il signor avvocato Angelo Mengaldo, già capitano dell’antica armata d’Italia, ed eletto comandante della Guarda civica, il quale, ritornato dal palazzo di governo colla missione ch’egli ebbe prima dal municipio di chiedere che fosse fatto sgombrare l’Arsenale di terra dai croati, riferì ch’esposto ai governatori civile e militare, conte Palffy e conte Zichy, in presenza del consiglio di governo e del viceammiraglio Martini, l’oggetto della sua missione, gli si fece osservare che le esigenze si succedevano l’una all’altra, e che, quantunque soddisfatte, nondimeno l’inquietitudine continuava, ed avrebbe con-