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Senatore del regno, gran cordone dell’ordine Mauriziano, commendatore della legion d’onore, il conte Francesco, rimasto vedovo fin dal 1849, ha quattro figli, tre dei quali maschi: uno che studia legge all’università di Torino, il secondo allievo della scuola militare di Pinerolo, il terzo della scuola regia di marina.


Ed ora che abbiam terminato di redigere questi di soverchio rapidi cenni biografici, ne sia permesso di tributar un plauso, che niuno potrà intaccare di adulazione, al nobile conte, per l’abnegazione e lo zelo affatto patriotico col quale si è prestato e si presta nel servire con tanto frutto e nelle più scabrose occasioni l’Italia ed il Principe.

E tanto più se gli deve saper grado, crediam noi, degli eminenti servigî ch’egli ha resi e che rende, in quanto che, con un disinteresse, di cui ben di rado si riscontra l’uguale, ha sempre rifiutato tutti gl’indennizzi, paghe o pensioni, esibitigli dai diversi ministri che si son succeduti al timon dello Stato.

Nè ciò è tutto; che anche, quando è occorso — e le occorrenze sono state frequenti in questi ultimi tempi — egli ha fatto a prò del paese offerte e largizioni che ognuno conosce ed apprezza; e per non dir d’altro, ricorderemo che mentre la battaglia di Magenta, onde ne venivano aperte le porte della Lombardia, accadeva in gran parte sui tenimenti del conte — i quali, sia detto tra parentesi, n’erano come ragione comanda devastati — egli si dava premura, niuno l’avrà dimenticato, d’offrire all’Imperatore de’ Francesi due vaste sue case, colà situale, onde fossero convertite in ospedali militari.

Certo, la gloria ed il merito di un’integerrima leale ed operosa esistenza, tutta spesa a vantaggio della patria, appaiono anche più splendidi e puri, non essendo menomamente offuscati da quell’ombra del quadro, che i nostri alleati d’oltr’alpe chiamano nel pittoresco loro linguaggio: question d’argent!