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così condusse la cosa che il decreto fu modificato in bene della Banca e del pubblico e i biglietti quasi nulla perdettero del valore del pari. Deve la Marina mercantile all’Elena e al deputato Bollo se la sua cassa degl’invalidi fu separata dalla cassa della marina militare un po’ troppo indifferente della equità per la sua compagna.

Assunto l’officio nuovo diedesi ad esso anima e corpo adoperandovi gli studi più positivi. Primamente alla istruzione popolare insieme alla conciliazione fra truppa e cittadini, fra Piemontesi e Genovesi portò opera e finimento. Ministero e Municipo tenne in amicizia sol lecita, giovandogli la buona fama di savio e probo e franco e leale, e le amicizie contratte nel Parlamento. Gli effetti buoni soddisfacendo a tutti egli raccoglieva il frutto delle sue fatiche quando il cholera entrò furioso a guastare i corpi i cui animi andavano sanati. Scapparono i più; il Consiglio della città, dati a lui pieni poteri, immantinenti si dileguò. Il Sindaco era investito così della parte propria esecutiva secondo leggi d’allora, divenne re nella sua città; moltissimi avendo perduto l’animo e quasi l’intelletto. Elena si pose permanente in Municipio, fevvi portare un lettuccio da riposarvi in momenti che non furon mai lunghi, e rimase tutto per tutti, impavido fra tanti spaventati. In ogni canto della città era sciagura, ed Elena vi si trovava; confusioni dappertutto, ed egli freddo e pronto a riordinare; disagi sollevo, miserie soccorse; colla presenza imperturbabile gli agenti della cosa pubblica rincorò. Bisognava trovar lavoro a molte braccia abbandonate; fu buona ventura quell’occasione perchè si demolisse l’avancorpo del Palazzo ducale, si spianasse Piazza nuova, che fino allora per cento progetti non s’era potuto, si spinse innanzi il taglio delle nuove vie ai lati di Carignano e quello dell’Assarotti che poi divenne una vera bellezza della Genova bella. Altra buona ventura per la città fu quella disgrazia che molti mali o coperti o ignorati si conoscessero e si abolissero; sanate molte case insalubri, bandite dall’abitato altre e sgombrate; ripetute ispezioni e ripetuti ordini migliorarono la pubblica igiene.