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Il conte di Cavour lo inviò nel 1859 commissario straordinario in Lombardia, poscia lo nominò prefetto di Como, nei quali due incarichi il Valerio dette saggio di tutta quell’energia ed avvedutezza che ognuno che il conoscesse gli attribuiva.
Nel 1860 il Valerio ebbe dall’antico suo avversario politico una nuova e splendida prova di fiducia essendo da esso mandato in qualità pure di commissario straordinario nell’Umbria.
E una volta che questa provincia ebbe pronunciato per mezzo di plebiscito la sua ferma decisione di riunirsi alle sorelle province che già si trovavano sotto lo scettro del Re galantuomo, il Valerio ebbe l’insigne onore di recare il resultamento di questo unanime voto della popolazione alle sue cure affidate ai piedi del primo Soldato dell’italiana indipendenza, onore che gli valse il gran cordone dell’ordine cavalleresco dei santi Maurizio e Lazzaro.
Elevato quindi alla dignità senatoriale il Valerio riprese il suo posto di prefetto di Como, ove egli si fa tanto amare quanto stimare dai suoi amministrati.
senatore.
Il Zanetti è toscano, e la di lui rinomanza come chirurgo praticante è a quest’ora europea. Egli è professore da lunghi anni nella Clinica istituita presso l’arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze, e gli allievi gli vengono da tutte le parti d’Italia, e anche dall’estero .
La di lui abilità come operatore è delle più mera vigliose e le cure da esso fatte non trovano paragone che in quelle dei più sommi maestri della scienza . Noi non ne parleremo altrimenti, nè parleremo delle sue splendide lezioni, nè delle importantissime memorie da esso date alla luce; e nol facciamo perchè lo vediamo inutile tanto la reputazione del Zanetti è assisa sopra solide e chiarissime basi.