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però sono là per chiarire se questi giudizi avessero qualche fondamento; chè da un lato alcuni membri della sinistra inano mano fatti più accorti della pratica delle cose, si accostarono al novello partito, e dall’altro, appena il paese si riebbe alquanto, nel seno stesso della destra formossi il così detto centro destro, che grado grado venne accostandoglisi tanto, che, passali poco meno di due anni, li vediamo fondersi insieme e costituire quella maggioranza a cui il Piemonte va debitore del suo essere attuale.

Sarebbe certo un far ingiuria al senno del paese il credere che l’avvedutezza di pochi sia stala la prima cagione di questi lieti risultamenti; ma non è anche contrario alla verità l’affermare che il costituirsi del centro sinistro cogli clementi più temperati della sinistra, come del centro destro cogli elementi più liberali della destra, è uno dei fatti che meglio abbiano contribuito a raffermare solidamente la libertà costituzionale fra noi. E se così è, nella stessa guisa che l’istoria dà merito a Camillo di Cavour dell’avere creato e guidato il centro destro, gli amici della verità non possono negare merito uguale a Rattazzi d’essersi posto a capo del centro sinistro.

Già questo aveva dato prova di sentimenti conciliativi che lo animavano, nella discussione seguita sul trattato di pace coll’Austria, con una proposizione dell’onorevole Buffa che lo stesso Cavour sorgeva a propugnare; e siffatto incidente è tanto più notevole come quello che rivela che il connubio, strettosi poi nel 1852, non era un incidente improvviso, ma trovava la sua ragione e la sua preparazione nei precedenti dei due partiti che allora si fusero in uno.

Il ministero Azeglio mettevasi già in urto con l’estrema destra promovendo la legge Siccardi, alla quale gli uomini del centro sinistro davano tutto il loro appoggio. Il che del resto era interamente consentaneo alle opinioni già espresse da Urbano Rattazzi nel 1849, quando nella qualità di guardasigilli, introducendo in Parlamento un progetto di legge sull’ammissione degli ecclesiastici al patrocinio delle cause civili e criminali, così esprimevasi: