Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/75


– 461 –

vale ad istruire realmente gl’ingegni ordinari, dischiudendo agli straordinari ogni sorta di progredimento, a fronte di quel metodo analitico per le cui divisioni e suddivisioni di scuole settimanali ogni facoltà viene per così dire ridotta, in sterilissimi brani.

Il Grimelli, nel corso indefesso de’ suoi studi e del suo insegnamento cattedratico, ha dato alla luce parecchi lavori, parte pubblicati in diversi libri ed opuscoli, parte divulgati in opere periodiche, giornali, riviste ecc.

Non possiamo non indicare come meritevoli di speciale menzione: La Patologia dei classici medici antichi e moderni costituente la dottrina fondamentale della pratica medica. Modena, 1856; — Osservazioni ed esperienze elettro-fisiologiche dirette ad instituire la elettricità medica. Modena, 1839; — Osservazioni ed esperienze sull’accompimento animale ed umano con applicazioni mediche e chirurgiche. Modena, 1847; — Memoria sul galvanisno, premiata dall’istituto delle scienze di Bologna 1848; — Il mal di mare, considerato nell’uomo e nel cavallo; zolfo e carbone quali disinfettanti, il metodo antiscrofoloso e antimorvoso.

Numerosi sono poi gli studi pubblicati dal nostro protagonista sui giornali, tra i quali citeremo le sue lettere sull’Iride oculare, stampate sul foglio scientifico-letterario modenese; la sua Memoria sul metodo antisifilitico di Jacop Berengario Carpi, pubblicata negli Atti dell’accademia di scienze di Modena; la sua Memoria sulla pubblica salubrità, venuta pure alla luce negli Alti della stessa accademia.

Socio di molte delle principali istituzioni scientifico-letterarie italiane, il Grimelli ha avuto l’onore di essere nel 1859 eletto presidente del regio istituto di Modena, procurando in tale posto di migliorarne e riformarne il regolamento sulla base di un’associazione libera, autonoma. Compita simile riforma, approvato con voto unanime di tutto il corpo accademico, il Grimelli volle rinunciare all’onore della presidenza per fruire di quella libertà e di quel riposo ch’ei si è ampiamente meritati, spendendo tanti anni al servizio del proprio paese.