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Fu allora che re Carlo Alberto ingiunse al conte Solaro della Margherita, ministro per gli affari esteri in Piemonte, di autorizzare il marchese Brignole Sale, ambasciatore sardo a Parigi, di fornire un passaporto al nostro protagonista onde avesse libera l’entrata nello Stato.

«Io risposi, dice il conte Solaro nel suo memorandum, che prima scriverei al medesimo per aver precise nozioni sugli attuali suoi sentimenti, nè dopo le risposte mi diedi premura di riferirle; un mese dopo essendo a Genova me ne chiese; osservai al re che non era conveniente dar ricovero ad un romano che persisteva nelle idee di ribellione a fronte della bontà di Pio IX; le informazioni del marchese Brignole avermi ridotto a più non occuparmene. Il re non gradì la cosa ed insistette perchè dessi l’ordine del passaporto; neppure questa volta credei che fosse servirlo eseguire i suoi comandi».

Ma poco dopo nuova insistenza, o piuttosto ordine formale di Carlo Alberto perchè il passaporto fosse inviato e questa volta, finalmente lo fu.

Il conte Solaro aggiunge che comprese tutto quando ebbe a leggere nella nona dispensa dell’Ausonio i seguenti versi del nostro poeta:

Poi nel gran dì che allo stranier per sempre
Chiuse fian l’Alpi, e sol una famiglia
Dal Tanaro all’Orcio il ciel rischiari
Nel feroce antiguardo espresso a tale
Sceso d’Emmanuelli e d’Amedei
Commiste andran liguri insegne e sarde
A i bei rischi di guerra e di ventura
Sol fian leggiadre di valor contese
Meritate quaggiù d’alti diademi.

Versi invero profetici!

Recatosi a Roma nel principio del 1840, il Mamiani fu vivamente festeggiato dagli abitanti della città eterna, che in esso salutavano riverenti l’uomo di lettere e di scienze e il caldo, l’ermo e devoto patriota.

E qui ne sia permesso riprodurre per intero intorno agli avvenimenti romani ed alla cospicua parte che vi