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nemici del dispotico governo borbonico, fu tenuto al fonte battesimale dallo stesso Francesco I in Messina, che lo nominò fin da quel punto cavallerizzo di campo per entrare in funzioni appena avesse compiti 18 anni.

Lo Stocco, dacchè ebbe l’età della ragione, rifiutò dicisamente di servire in qualsiasi modo i sovrani del napoletano, preparandosi invece a fomentar loro contro movimenti rivoluzionari. Infatti nel 1848 si fu il nostro protagonista che capitanò nella propria provincia (Calabria ultra seconda) l’insurrezione, e quando questa, sopraffatta dalle armi borboniche, fu costretta di scendere a patti, lo Stocco, condannato alla pena di morte, esulò in Piemonte.

Amico del prode generale Garibaldi, quando questi preparò la virtuosa sua spedizione di Sicilia, si volle lo Stocco a fianco, dimodochè il nostro protagonista non solo appartiene all’eroico stuolo dei Mille, ma fu anche uno dei sette capitani di quei valorosi.

Ferito nel braccio destro a Calatafimi, lo Stocco continuò, con quell’energia e quell’abilità che ognun gli conosce, a battersi alla testa della brigata che il generalissimo aveva affidato ai di lui ordini.

Toccato il continente napoletano, lo Stocco rese nelle natali Calabrie anche più importanti servigi, e nel fatto d armi di Caserta Vecchia si distinse assaissimo, come lo attestano gli ordini del giorno dello stesso Garibaldi.

Confermato nel suo grado di generai di brigata della Armata dei volontari, venne eletto alla quasi unanimità di voti deputato al Parlamento nazionale dal 1.° collegio di Nicastro.





È nato in Milano il 5 ottobre del 1814 da Giovanni e da Giovannina Bianchi.

Studiò legge nella celebre università di Pavia, ove tolse laurea, quindi, fatte pratiche, fu ricevuto avvocato all’età di 24 anni.