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levantissima ingerenza avuta dal commendatore Des-Ambrois nelle cose interne dello Stato, gli si sieno anche affidate in varie circostanze missioni diplomatiche di gran rilievo da esso con la solita abilità disimpegnate.





È genovese ed ha abbracciata di buon’ora la carriera delle armi, nella quale non ha tardato a distinguersi, tanto per le sue cognizioni nell’arte, quanto per il suo coraggio e la sua attività.

Queste sue qualità lo additarono a quel valoroso principe, che fu il duca di Genova, il quale lo volle presso di sè come ufficiale di ordinanza.

L’Italia dopo la funesta e pur gloriosa campagna del 1848 ebbe la sventura di perdere quell’eroico fratello del nostro re, che si può dire, cadesse vittima dei disagi e delle emozioni sofferte sui campi di battaglia di Custoza e di Novara.

L’illustre vedova del duca che aveva potuto apprezzare le egregie qualità del marchese Rapallo, gli fece l’onore di accordargli la propria mano, onore del quale, il marchese si è mostrato meritevole mediante un contegno pieno di nobiltà e di riserva.

Il re gli ha confidato la carica di gran maestro di palazzo del duca di Genova, carica che niuno poteva meglio di lui sostenere.

Nella Camera il marchese Rapallo fa il suo ufficio di deputato con zelo ed attività, votando costantemente insieme alla maggioranza.