Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/465


– 851 –

economisti i più distinti che possegga la rappresentanza nazionale.

E ciò è tanto vero, che, caduto dopo i fatti dolorosi di Torino il gabinetto Minghetti-Peruzzi, il generale La-Marmora, incaricato della formazione del nuovo Ministero, ha pensato ad associarsi il Morandini cui è stato proposto il portafogli dei lavori pubblici.

Ma il Morandini per soverchia modestia, senza alcun dubbio, ha rifiutato l’onore che volevasegli fare, sebbene giovi sperare, che in un avvenire più o meno prossimo, se il Morandini viene di nuovo invitato a far parte dei Consigli della Corona, possa risolversi a non trarsi addietro come questa volta, mentre non è lecito ad alcuno nelle circostanze difficili in cui si trova attualmente il paese, di rifiutare la propria opera, qualunque, d’altronde, la si possa essere, quando un uomo così autorevole come il generale La-Marmora crede che valga a recare una qualche utilità alla cosa pubblica.





Distinto legale e uomo devoto alla patria quant’altri mai; è nato in Toscana, ove ha esercitato di buon’ora quell’influenza che ha la sua origine nell’ingegno e nella rettitudine di carattere di chi la possiede.

Nel 1848 fu membro della Camera elettiva del Granducato e prese parte importante ai dibattimenti che in essa ebbero luogo. Rientrò nella vita privata una volta restaurato sull’appoggio delle baionette tedesche il governo del Granduca, ed attese fiducioso un avvenire migliore.

Questo alla fine concessoci, il Massei non tardò a ricevere dai propri concittadini il mandato di rappresentarli in seno al Parlamento nazionale, ai cui lavori si presta con molta operosità.