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in cui rovinerà a terra spezzandosi nei molteplici frammenti, di cui è composto.

Il Massarani fu da un collegio della provincia nativa, inviato a rappresentante in seno al Parlamento nazionale. Timido e modesto quanto inai, non si è dapprima rivelato ad altri, eccetto a quelli che intimamente il conoscevano, fuorchè negli uffici, ove in più di una occasione, gli è stato concesso di fare apprezzare la propria perspicacia e le vaste cognizioni da esso possedute.

D’allora in poi, egli è stato nominato sovente membro delle commissioni incaricate dell’esame dei più importanti progetti di legge, e più tardi gli è avvenuto di prendere la parola, in modo da attirarsi l’attenzione di tutta la Camera.

Quando il professore Michele Amari ha preso il potatogli dell’istruzione pubblica, ha chiesto al Massarani di essere suo segretario generale, ma questi si è rifiutato con tanta costanza, che è stato forza all’Amari di rinunciare al proprio progetto.

Noi crediamo tuttavia, che il Massarani, sia uno di quegli uomini, i quali in un avvenire più o meno prossimo, potranno trovarsi alla testa delle pubbliche faccende.





Anche questi, benchè appartenga ad una delle famiglie della più alta aristocrazia napoletana, ha saputo aver la forza d’animo necessaria per non tener conto delle vivissime istanze mossegli dai parenti i più stretti e i più autorevoli, onde indurlo a non fare adesione al nuovo ordine di coso. Il principe di Fondi è bastato a trionfare di tutte quelle opposizioni, le quali non lasciavano di angustiarlo massimamente, per inchinar dinnanzi al plebiscito e riconoscere nel primo soldato dell’Indipendenza italiana, il suo legittimo,