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tantissime di direttore dei lavori pubblici nel Granducato.

Accaduto il movimento politico del 1839, sebbene il Giorgini fosse stato molto distinto da Leopoldo II, il quale, come ognun sa, professava pei matematici eminenti una particolare stima, non si ristette dall’aderire prontamente al nuovo ordine di cose, abbracciato d’altronde con tanto entusiasmo dal proprio suo figlio.

Era pertanto naturale, che un uomo di così gran merito, fosse ammesso a sedere in quel consesso, ove hanno dritto ad avere un seggio tutte le grandi illustrazioni d’Italia.





È stato eletto da un collegio di Lombardia, ignoriamo, a vero dire, per quali titoli, certo è ch’egli si è adoperato moltissimo onde conseguire tale elezione, ad ottenere la quale è riuscito.

Questa ambizione, assai comune del resto, non sembra sia stata giustificata dalla parte che il Levi, ha rappresentato in Parlamento. Egli non ha mai preso la parola, ed è tutt’al più se ha letto un discorso.

Egli non lavora quasi mai negli uffici, ed è ben di rado scelto a membro d’una commissione.

E ben vero, che i discorsi i quali non fa alla Camera, ei li tiene ai suoi elettori in certe riunioni da esso provocate, e che hanno, non sappiamo come nè perchè, un’eco immediata su certi giornali. Se noi avessimo un voto da fare, e’ sarebbe quello che l’avvocato Levi agisse più nella Camera, e disturbasse meno i suoi mandatari.