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Se noi dicessimo che il Farina rappresenta nell’aula senatoriale la medesima parte che il Sineo o il Sanguinetti fanno nella Camera elettiva, esagereremmo, ma ad ogni modo d’uopo è convenire ch’egli parla più spesso che al suo turno, e che per questa ragione si è guadagnata, non a torto, la reputazione di soverchiamente loquace.

Ma il Farina è d’altronde uomo d’ingegno e di scienza, che rende all’illustre consesso di cui fa parte rilevanti servigi come quegli ch’è operosissimo e che vien nominato di quasi che tutte le commissioni, delle quali poi è bene anche spesso il relatore.

Il Farina fu nominato dal Rattazzi a prefetto di Livorno; se non che parve, a detto di molti, che il facondo oratore del Senato non facesse troppo buona prova a capo di una amministrazione di quella sorta e non, intendiamoci bene, dal punto di vista economico, ma da quello politico. Ad ogni modo egli si dimise alla formazione del ministero Minghetti-Peruzzi, e da quel momento ha ripreso con maggior vigore di prima i suoi lavori in Senato.





Il Guerrieri che appartiene ad una delle più nobili ed antiche famiglie ai Mantova, nelle vene dei membri superstiti della quale si pretende scorra qualche goccia del sangue dei prischi signori, rivali degli Scaligeri e dei Visconti, ha cominciato, come tanti altri, i quali ora sono le più salde colonne del partito liberale moderato, dall’essere assai esaltato in politica. Nè v’è, secondo noi, da maravigliarsene. Oltrecchè l’esaltazione in ogni qualsiasi natura di cose si accompagni spes-