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La sua intelligenza nei diversi rami e lo zelo col quale esercitava le affidategli incumbenze valevano a conciliargli la pubblica estimazione.

Il Lella aveva succhiati col latte i principi liberali; ma gli erano stati rafforzali dal celebre Nicolini. Abborriva quindi dispotismo e despoti. Aveva sempre sospirato pel proprio paese un reggimento più largo, più confacente alla moderna civiltà. Conosciuto alfine esser follia sperarlo da Ferdinando II, fu costretto egli al pari di tanti altri a chiederlo alla rivoluzione.

Sorgeva l’alba del 12 gennajo 1848. La Sicilia per la prima in Europa brandiva la spada, inalberava il vessillo tricolore, sfidava a morte il tiranno. Eroico quanto infelice sforzo, che doveva avere una fine sì dolorosa e sì triste!

La rivoluzione siciliana fu schiacciata dalle prepotenti forze borboniche, dalle bajonette elvetiche, dai figli della libera Svizzera fatti servi del tiranno di Napoli, dal degenere figlio di Gaetano Filangieri.

Espugnata ed incenerita in parte da costui Messina, ei diè mano alle persecuzioni e de’ pochi cittadini che vi eran rimasti, taluni consegnò ai carnefice, più ne racchiuse in quell’orrenda bastiglia ch’è la cittadella, altri disegnava condannare a perpetuo esilio. Lella fu compreso nella lista di proscrizione. S’avvide però il Filangeri che l’eseguire sì numerose condanne, dopo l’emigrazione volontaria di gran parte dei cittadini, sarebbe stato un cambiare la città in un deserto, quindi cambiò di consiglio, non già di proposito; inventò un nuovo genere di castighi, obbligando i cittadini, aliedissimi da ciò, ad accettare cariche e impieghi. Lella fu da lui nominato giudice del tribunal di commercio. Qui inutile il rinunciare, l’allegar motivi di salute, il ritirarsi in campagna... Era un castigo, il ripetiamo, e doveva subirsi, pena la cittadella ai renitenti. Nè di ciò pago, trasmise ordine severissimo a tutti i magistrati, a tutti i funzionari, di recarsi al circolo, il giorno natalizio del Borbone, di recarsi al tempio e porgere incensi a colui che aveva fatto arder Messina.

Era quella una dimostrazione che esigevasi dal Filangieri, onde dare a credere all’Europa che non la