Pagina:Calani - Il Parlamento del Regno d'Italia, vol 2.pdf/421


– 807 –

sulla sua dimanda, fu nominato alla Prefettura di Livorno, che regge con molto soddisfacimento de’ suoi amministrati.




MASSARI GIUSEPPE


deputato.


È napoletano. Uomo d’ingegno e d’istruzione, si è sempre adoperato con una costanza ed un ardore incontestabili in vantaggio d’Italia.

Cospiratore, giornalista, incaricato d’importanti missioni, sopratutto nel 1848, egli sfuggì a gran pena di mano ai Borboni, che l’avrebbero, ove lor fosse stato concesso di ghermirlo, condannato alle galere, come vi condannarono i Poerio, gli Spaventa, i Settembrini, gl’Imbriani, i Braico e altri molti.

Refugiatosi in Piemonte, il Massari vi tenne costantemente la penna a sostegno della causa patriottica. Fu redattore della Rivista Contemporanea, ed ebbe più tardi la direzione della Gazzetta officiale, che conservò fino al momento in cui, eletto deputato, siede nel Parlamento nazionale.

Dal primo istante il Massari ebbe un posto notevole nella Camera, della quale fu eletto subito segretario, si può dire perpetuo, mentre la sua elezione venne, ogni volta che si dovette ricostituire l’ufficio, rinnuovata.

La sua attività è delle più grandi e gli vale senza alcun dubbio le lodi le meglio meritate. Il compito d’un segretario della Camera non è cosa da prendersi a gabbo ed il Massari vi si sobbarca con una volonterosità la quale non saprebbe mai abbastanza ammirarsi; niuno ignora, ch’egli spedisce a sè solo tanta bisogna quanta ne fanno tutti quanti gli altri segretari riuniti.

Non so del resto come anderebbero le sedute se il Massari non fosse là quotidianamente a fare colla possente sua voce l’appello; è un fatto che niuno vorrà